gli esami non finiscono mai
allora ragazzi, dice Laprof, vado a impostare il compito scritto agli studenti della triennale, voi che dovete fare l’orale accordatevi in autonomia sull’ordine.
per me è uguale per me è uguale per me è uguale, parte la litania.
ragà, qualcuno vuole andare per primo? domanda Collostorto. perché lui oggi sa soprattutto una cosa, e cioè che non vuole andare per primo.
silenzio.
qualcuno ragà, vuole andare per primo? chiede Barbetta, uno dal viso scavato e l’espressione post-traumatica che non sbatterebbe le palpebre neanche se gli scoppiassi un palloncino a tradimento dietro le orecchie.
colpi di tosse.
c’è qualcuno che vuole andare per primo? prova a dire Duecrediti, ché lei deve conseguire solo due crediti e quindi ha studiato il numero di pagine totali diviso per il numero totale di crediti moltiplicato per due.
sguardi sul soffitto e sul pavimento.
facciamo ordine alfabetico, di prenotazione, sorteggio? dice Webtossica, mentre spunta tre notifiche, retwitta e manda un poke.
si fa avanti lui, Problematicodiunacertaetà. scusate, dice deglutendo tre volte consecutivamente, mentre voi vi mettete d’accordo vorrei chiedervi, se non vi da fastidio, di prenotarmi per ultimo. voglio essere l’ultimo, se non vi dispiace. sento che è così, e adesso andrei a fare una passeggiata, intendo per scaricare la tensione, una bella passeggiata per scaricare la tensione. e scappa.
mentre tutti si aspettano che in quest’ordine al contrario si faccia avanti il penultimo, arriva lui, Medagliad’argento. secondo, dice, io devo andare per secondo, scusatemi ma per primo non ce la faccio, mi distruggerebbe. e già se fossi terzo non sopravviverei alla tensione dell’attesa. io, davvero, me ne scuso, ma devo andare per secondo, non c’è altra soluzione, ripete.
lì, Fatalista non si trattiene e dice che no, dobbiamo lasciare alle cose di decidersi. quando tornerà Laprof, chi se la sentirà, in quel preciso istante, andrà per primo.
a quel punto Rimandataria scuote la testa e dice ragazzi, questa Laprof mi sembra troppo puntigliosa, io mi sa che rimando l’esame a domani. ma domani non c’è nessun appello, le rivelano gli altri a voce bassa, l’appello c’è OGGI, cercano di farle capire disegnando delle frecce sopra un pezzo di carta.
è allora che prende parola lui, Quellodiscienzedeltesto. bisogna tenere il discorso, dice, sapere poche cose ma tenere il discorso. è questo che conta. nient’altro, nient’altro, ripete sguardo fisso sul vetro della bacheca toccandosi il borsello dieci centimetri per sette, l’unica cosa che ha portato con sé.
allora ragazzi, chi viene? torna Laprof.
silenzio.
sguardi.
deglutizioni.
poi, nella penombra del corridoio, una mano si alza.
è una mano che nasce da un collo storto, una mano che non sa più niente.
Illustrazione: Lina Ravenholmserver
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