sasso, carta, forbice
ogni tre persone, in italia, un’associazione nasce. presidente segretario e tesoriere, sasso carta forbice. che ognuno è iscritto almeno a quattro associazioni, e ne ha fondate almeno due. perché qui, se vuoi cantare ballare parlare suonare scrivere formare informare insegnare assistere aiutare vendere libri vendere cocktail vendere panini vendere fumetti lavorare occuparti delle cose e dei luoghi, e non c’hai na lira, fondi un’associazione. perché qui, se c’hai un’idea e vuoi aprire un’impresa giovane piccola etica “co le pezze ar culo”, te vengono a suonà a casa e te sparano sui piedi, e così, solo per aperitivo, ti dicono “abbello, me sa che n’hai capito, stai ar posto tuo, ’ndo abita tu madre? no, solo pe sapè”. eqqquindi in italia ci sono più associazioni che alberi o bambini o piste ciclabili o suoli agricoli o alveari o luoghi (infatti molte associazioni hanno la sede nella cucina di un socio, che conserva lo statuto tra il carnacina e il sale grosso). e se vuoi cantare ballare bere leggere studiare imparare farti aiutare, c’è sempre lo zulù della situazione che te bussa sulla spalla e te dice “ndo vai? viè qua, te devi fa la tessera”, che dentro al portafoglio non c’entra più niente e tra tutte ste tessere, la carta d’identità, la sanitaria, il codice fiscale, le fidelity card, la christmas card, le password, la patente, i santini, i cornetti, i ramini, il bancomat e la prepagata ce vorrebbe un trolley, di quelli piccoletti per la ryan air, ma comunque un trolley con le ruote. e allora se un’associazione fa un evento per valorizzare cose luoghi persone e idee, saranno presenti sempre le stesse persone cose luoghi idee città e animali, ovvero il matematico 40 per cento dei soci che già conosce a memoria sia le idee che le persone e se le ripete in testa come le preghiere in chiesa mentre se chiede “ma perché semo SEMPRE noi? dovemo stampà più locandine?”, l’altro matematico 45 per cento aveva da fare con le altre tre associazioni, quindi non po’ venì (in realtà non è venuto perché nun se magna), il 5 per cento s’è dato all’eremitismo mistico, e il 10 per cento doveva fa la spesa o c’ha la febbre (perché in italia a forza d’antibiotici e sigarette ce s’ammala de continuo, è un fatto). così, ogni mezz’ora in italia un’associazione muore, e tutti si lamentano perché più della metà dei suoi soci non ha fatto abbastanza per tenerla in vita, nonostante le litrate di benzina percorse in su e in giù per le statali in virtù dei comuni interessi (in ordine: fumo, riconoscimento reciproco, alcol, cibo, ideali) ampiamente santificati dalla vita che realmente (mica virtualmente) passiamo sui social iscrivendoci ai gruppi e alle pagine di chi la pensa proprio come noi (e lo facciamo soprattutto ai semafori rossi, dove prima ci baciavamo, ma poi sono arrivati gli smartphone). allora ci mipiaciamo un sacco entrando a pieno titolo nella comunità dei tossicomipiacedipendenti (mi piace=grado minimo di partecipazione, lascialo almeno un commento, giusto pe’ famme capì se te sei sbagliato, se stavi al bagno al telefono nel frattempo, se t’è partito un tic all’indice, se è un mi piace de pena, de pietà, de stima, che ne so. no, opacità totale, nebbia). però, una certezza ci resta, in italia quasi nessuno va alle riunioni di condominio (dove si decide riguardo al posto che abiti), perché è molto noioso nonché sfigato oltre che prepolitico, e poi, si sa, i vicini so peggio dei parenti, nessuno la pensa come te e so eccessivamente a chilometro zero, anzi se ce ‘ncontramo famo pure finta che nun ce scemo visti, ma chi te conosce?, hamo mai magnato ‘nsieme? c’hai la tessera? no, e allora ‘zzo te guardi, te e sta merda de quartiere!
#farecomune #autoironia
nota: le statistiche sono approssimative
illustrazione: Sasso carta forbice, Kelsey Heinrichs
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