storia breve di una strega

di claudia bruno

nel mondo dove due rette parallele non s’incontrano e per due punti passa una linea sola, mi chiesero di scegliere tra le parole e le cose. come avrei potuto. le cose mi parlavano continuamente, e le parole facevano cose. allora mi chiesero di separare le spine dalle rose. impossibile, risposi, senza rosa non c’è spina che tenga. così mi invitarono a scegliere tra frasi e fronde, radici e pagine. ma non potevo: se aprite le orecchie e chiudete le bocche sentirete anche voi che ogni pianta si sviluppa in altezza sillabando filastrocche. quindi mi presero in disparte, mi dissero che avrei dovuto recidere i viaggi dalle storie e le righe dalle strade, i luoghi dai capitoli e le lettere dalle note, le virgole dai respiri e i punti dai silenzi, i racconti dal canto, le danze dall’inchiostro. e provarono a strapparmi via la carne dalla carta, e le lancette dal cuore. ma erano fili intrecciati di una stessa ghirlanda, cercai di spiegare, tutto scriveva, e dove per due punti passa un ago nessuno ha il diritto di sciogliere l’incantesimo. allora mi imposero di rispettare le leggi dei vivi e di ignorare gli avvertimenti dei morti. e mi ordinarono di essere una, una soltanto, perché una bisogna essere per farsi trovare. cominciai a sbattere i piedi e a gridare che stavano pretendendo l’impretendibile, perché io ero almeno due, il minimo termine per giocare a nascondino.

fu così che mi bruciarono.

sì. in quel mondo dove due rette parallele non s’incontrano e per due punti passa una linea sola mi bruciarono viva.

e qui finisce la storia breve di una strega che non obbediva.

martina peluso

“tutto scriveva nella casa quando scrivevo. la scrittura era ovunque”. [Marguerite Duras, Scrivere]

illustrazione: Martina Peluso

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