Billina
esco spesso di notte con Billina, la mia gatta che nei sogni ha il nome della gallina di Oz. io e Billina camminiamo per le strade di Roma senza particolari appuntamenti. io mi fermo solo ogni tanto, per mangiare pasticcini – il mio rapporto con la città è sempre stato mangereccio e questo resta vero nel corso delle notti – Billina gironzola tra i piedi degli altri, si allontana, poi torna. non ho paura che si perda, lei non teme i boati del traffico. nei miei sogni io e Billina nutriamo verso il mondo una fiducia incondizionata. arriviamo, di solito, alla stazione Termini. ci aggiriamo tra i binari, tra le persone che al nostro passaggio si diradano sparpagliandosi tra di loro, non più vicine come prima. è sempre da lì in poi che inizio a sentire freddo. Billina pure si stranisce, mi tormenta le caviglie con dei colpetti rischiando di farmi inciampare. allora la prendo in braccio. continuiamo abbracciate così, fino a via Giolitti. superiamo il mercato centrale, il cavalcavia, arriviamo fino al trenino delle ferrovie laziali e andiamo oltre e oltre e oltre, su una via Casilina infinita e deserta, a cercare quando eravamo giovani.
Illustrazione: Amélie Fontaine
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